PAOLO MELZANI
L’infinito come dimensione nelle incisioni
di Paolo Melzani
dal 29 settembre al 30 ottobre 2019
Inaugurazione domenica 29 settembre 2019 alle ore 11:00
VILLA FENAROLI - Rezzato (Brescia)
Evento organizzato dall’Associazione Arte Cultura
Ars Vivendi di Brescia, presieduta dal prof. Ugo Nappi
Mostra a cura di Rosa Lardelli
Presentazione critica di Andrea Barretta
Progetto allestimento di Riccardo Prevosti
Patrocinio: Provincia di Brescia, Comune di Rezzato, Associazione Artisti Bresciani
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Alba in faggeta- tecnica acquaforte |
Paolo Melzani, incisore bresciano, consegue la laurea in Filosofia presso l’Università Statale di Milano.
La passione per l’arte lo ha indotto, giovanissimo, ad esprimersi nel disegno con la matita, la china e il pastello monocromo, esponendo in mostre collettive, ordinate periodicamente dal “Gruppo Amici dell’Arte" di Salò, dagli "Artisti Valsabbini" e dalla “Liberars” di Bagolino.
Dal 1990 si è avvicinato alla calcografia nel conoscere gli incisori Giovan Battista Tregambe e Luigi Corsini.
Melzani, predilige le tecniche all’acquaforte e all’acquatinta, con l’uso, anche, della puntasecca e della ceramolle.
Numerose le mostre personali e collettive.
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Pali nell'acqua-tecnica acquaforte |
Cenni critici di Andrea Barretta (critico e curatore d’arte, scrittore).
“Le incisioni di Paolo Melzani nascono dalla ricerca di un limite inesauribile nell’aprire orizzonti, nel senso che non è misura ma attenzione alle risorse d’equilibrio tra proporzioni spaziali e l’appagamento dell’armonia. Aspetti da considerarsi di straordinaria rilevanza e peculiare prospettiva d’interpretazione in cui esprimere il più celato dei pensieri, in cui si svelano significati che sono passione, soprattutto nella difficile tecnica della calcografia. E in questo contesto, l’arte in Melzani assume la volontà d’incidere il sensibile come sguardo sulla contemporaneità, come viatico di una chiave di lettura per un linguaggio formale nel relazionarsi con riflessioni che si fanno veicolo di un flusso emotivo. In definitiva, ecco che la “sua” mimesis ne compie il rapporto nel bisogno della libertà creativa e della sua dimensione nel luogo del suo vivere a Bagolino in Valle Sabbia, un borgo dall’aspetto medievale con case addossate e vie e portici tra piazze e fontane. Una raffigurazione che segna la ricerca del trasmettere un’arte figurativa tanto più esplicita quanto più è legata alla sua terra che resta il soggetto trainante della sua produzione. Ed è altrettanto indubbio che trasfonde nelle sue opere la bravura di chiudere lo spazio in una documentazione di case, alberi e boschi, cieli e panorami, tra simboli nascosti o palesi, ovvero di un ambiente che s’intreccia con il senso verista e la funzione delle immagini stesse di avvenimenti, luoghi e cose nella loro familiarità, nella loro essenza.
Così, a guardare i suoi panorami ci sentiamo identitari tra natura e spirito, e se l’arte è oggettivazione del soggettivo, per il nostro incisore soltanto essa, in quanto manifestazione dell’infinito nel finito, può attivare il processo di trascendenza come percezione intellettuale, perché nessun luogo può contenere l’infinito. E il borgo e la valle, dunque, sono l’alibi per non riprodurre la realtà senza cavarne la sostanza, e sono la sua eterogeneità e la sua specificità, mentre il suo sguardo va alla ricerca di impressioni da travasare su lastre da incidere, tra acqueforti e acquetinte, come intima spiritualità nel suo tendere alla concretezza del divenire da far passare sotto il torchio che campeggia nel suo studio. Una dote distintiva per Paolo Melzani nel saper scrutare il paesaggio nella pausa delle linee o in un compatto tratteggio, nell’inciderne l’anima radicata in una contiguità con il suo pensiero, su cosa dice a se stesso quanto vede, come nell’interpretare muri e strade fino a diventare un tutt’uno nell’atmosfera sonnolenta del paese tra finestre con persiane di legno, o come l’inverno e la neve che riflette il bianco, oppure alberi o albe su una natura meravigliosa, o ruscelli che scorrono nell’eternità della poesia. Non è pretesa di compiutezza, né vuole mostrare la propria abilità tecnica esibita nella perfezione dei particolari, ma il voler sconfinare, pur nel rigore compositivo, verso l’universo silente, dove Bagolino non è più un paese qualunque ma la città dell’uomo a misura d’uomo. E dà vita a cieli che sono segni intorno al bianco della carta, circoscritta da leggere acquetinte, come se la granitura sulla lastra ne comprendesse la serenità dei monti, o dei tetti e degli acciottolati nei vicoli deserti. Mentre, se entriamo in queste case, troviamo la semplicità di fiori recisi, di magnolie tenute in un vaso vuoto di marmellata, di margherite o gattici e cardi accanto alla fragilità del tarassaco che riporta a memorie campestri, per quel flebile soffio che li faceva volare e volteggiare leggeri: magia e sogno catartico per la vulnerabilità dell’esistenza. In questo Paolo Melzani svela l’istinto dell’artista, con la lastra di zinco incisa e inchiostrata, con il foglio inumidito e il feltro a fare da contatto tra i rulli e il piano mobile del torchio, perché osserva il mondo non com’è ma come vorrebbe che fosse, pregno di bellezza.” ( Andrea Barretta)
MOSTRA: Paolo Melzani
DOVE: Villa Fenaroli - via Mazzini, 14 - 25086 Rezzato (Brescia)
APERTURA: dal 29 settembre al 30 ottobre 2019, con entrata gratuita dalle ore 10 alle 22, tutti i giorni .
CONTATTI: Rosa Lardelli - Associazione Arte Cultura Ars Vivendi via Sandro Pertini, 29 - Brescia; cell.3398637645.
Email:
r.lardelli@rosalardelli.it - arsvivendibrescia@pec.it www.rosaeventi.blogspot.com. http://www.villafenaroli.it/eventi-brescia/spazio-arte-villa-fenaroli/ www.abarte.it